Le società di head hunting, che mettono a disposizione delle aziende dei cacciatori di teste specializzati nella ricerca di talenti, stanno diventando dei partner sempre più apprezzati dalle imprese italiane.
E se fino a qualche anno fa a rivolgersi agli head hunter erano in particolar modo le grandi imprese, e nello specifico per la ricerca di figure manageriali, oggi sempre più PMI chiedono il supporto di questi esperti recruiter per individuare non solo dirigenti e manager, ma anche personale qualificato.
Ma per quale motivo il ricorso alle società di head hunting è sempre più frequente? Si tratta di una generalizzata tendenza all’outsourcing che sta coinvolgendo anche il reparto HR delle aziende, o ci sono altre motivazioni più concrete?
«Sono diversi i motivi per i quali la tipologia e il numero delle imprese che decidono di avvalersi del supporto di un cacciatore di teste sono aumentati negli ultimi anni, e sicuramente la crescente difficoltà di reclutamento che sta rallentando la crescita delle aziende italiane è una componente da non trascurare», spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.
È infatti noto quanto stia aumentando il gap tra domanda e offerta sul mercato del lavoro negli ultimi anni, con sempre più imprese che incontrano difficoltà nell’assumere il personale necessario.
Ma in che modo la consulenza di un head hunter per la ricerca e selezione del personale può cambiare le cose, di fronte a una patologica mancanza sul mercato del lavoro?
«Va prima di tutto sottolineato il fatto che le migliori società di head hunting possono contare su conoscenze e strumenti che, molto semplicemente, i semplici reparti HR non possono vantare: ogni cacciatore di teste di Adami & Associati, per esempio, è specializzato in una o più aree industriali, il che garantisce molti vantaggi operativi. Parliamo di professionisti che hanno coltivato nel tempo un ampio bacino di candidati da cui attingere, cosa che fin da subito rende la selezione più efficace e più veloce», continua Adami.
Non è però solamente la presenza di un preesistente network di talenti a rendere conveniente la consulenza di un cacciatore di teste. Affidare la selezione del personale a degli head hunter, come spiega Adami, «significa sollevare l’ufficio HR da una lunga serie di attività, dalla creazione e pubblicazione degli annunci fino all’analisi dei curriculum, per arrivare fino alla gestione dei colloqui di lavoro: in questo modo, l’ufficio risorse umane può concentrare le proprie energie sugli aspetti gestionali dell’azienda».
Tutto ciò sapendo che un head hunter specializzato in un dato settore professionale potrà condurre le job interview parlando la stessa lingua dei candidati, lasciando ai candidati la possibilità di esprimersi utilizzando tecnicismi e concetti propri del settore.
Nel complesso affidarsi a un società di head hunting assicura all’azienda un processo di selezione «più efficace, più rapido e più esatto, con maggiori possibilità di successo» garantendo allo stesso tempo ai candidati «una candidate experience positiva e persino memorabile, a tutto vantaggio dell’employer branding e delle future ricerche del personale dell’azienda», conclude Carola Adami.