In Italia è iniziata la vendemmia 2024 senza precedenti, anticipata di 10-15 giorni a causa dei cambiamenti climatici. Il caldo intenso e la carenza di piogge hanno accelerato la maturazione delle uve, soprattutto nel Sud del paese.
Secondo le prime stime della Coldiretti, le operazioni sono iniziate a Contessa Entellina, con la raccolta dei primi grappoli di uve chardonnay nell’azienda agricola Di Giovanna, in contrada Miccina, nella provincia di Palermo.
La situazione del Vigneto Italia è stata discussa nell’ultima riunione della Consulta vitivinicola della Coldiretti, presieduta da Francesco Ferreri, con la partecipazione del presidente nazionale Ettore Prandini.
Una vendemmia ricca di incognite
La vendemmia del 2024 si presenta come una delle più incerte degli ultimi anni. L’anticipo dell’avvio delle operazioni comporterà una distribuzione della raccolta su quattro mesi, un caso unico in Europa. Questo è dovuto alla grande biodiversità che caratterizza l’Italia.
Le operazioni di raccolta iniziano tradizionalmente con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay, proseguendo a settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo, e concludendosi a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale.
Questo lungo processo di raccolta offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente nelle vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, oltre a coloro che lavorano in attività connesse e di servizio.
Vendemmia 2024 | Le sfide del meteo
Quest’anno, il meteo rappresenta una sfida significativa per l’Italia, divisa in due da condizioni climatiche contrastanti. Al Sud, le viti hanno resistito meglio alla siccità rispetto ad altre colture, e il caldo ha ridotto il rischio di peronospora, che lo scorso anno ha provocato una perdita di 11 milioni di ettolitri per il Vigneto Italia.
La qualità delle uve è ottima, e l’arrivo della pioggia potrebbe garantire un buon risultato produttivo. Al Nord, invece, le incertezze sono legate al maltempo, con nubifragi e grandinate che hanno colpito i vigneti.
I viticoltori devono prestare molta attenzione alla scelta del momento giusto per la raccolta e la lavorazione in cantina.
Costi di produzione e politiche europee
Le condizioni climatiche influenzano anche i costi di produzione, dall’uso dell’acqua alle strategie di protezione delle uve dagli eventi avversi e dalle malattie, con un aumento significativo dei costi per i produttori.
Inoltre, preoccupano alcune politiche dell’Unione Europea, come il via libera della Commissione alle etichette allarmistiche in Irlanda e le iniziative simili del Belgio.
Secondo la Coldiretti, queste politiche rappresentano una distorsione del commercio e sono frutto di un approccio ideologico verso il vino, un elemento fondamentale della dieta mediterranea con una storia millenaria.
Le tracce più antiche del vino risalgono al Caucaso, mentre in Italia sono state trovate testimonianze in Sicilia risalenti a 4100 anni prima di Cristo.
La ricchezza della produzione italiana
La produzione vinicola italiana può vantare 635 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi. Circa il 70% delle bottiglie italiane è destinato a Docg, Doc e Igt, con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia.
Il restante 30% è destinato ai vini da tavola, dimostrando il ricco patrimonio di biodiversità di cui l’Italia dispone. Grazie a una tradizione millenaria, lungo tutta la Penisola è possibile offrire vini locali di altissima qualità.